Presentazione Squadre 2018, Vital Concept
Comincia l’avventura della Vital Concept 2018. La neonata formazione francese di Jerome Pineau ha saputo attirare durante l’inverno buoni corridori, non solo locali, costruendo un organico abbastanza interessante, che sostanzialmente ruota intorno ad un capitano, pur con alcune individualità interessanti che possono, oltre a supportare il leader, offrire alcune alternative valide. Formazione sostanzialmente dedicata alle ruote veloci, parte con grandi ambizioni, pur avendo dovuto già vivere la sua prima delusione con l’esclusione dal Tour de France. Un nuovo progetto ha sempre bisogno di tempo per ingranare, ma intanto il primo successo è già arrivato sin da gennaio, ridando morale a tutto il gruppo.
Gli uomini più attesi
Bryan Coquard è il faro della squadra, attorno al quale il progetto è stato disegnato sin dalle sue prime fasi. Senza l’ex talentino della pista probabilmente non ci sarebbe proprio il team, per cui inevitabile che tutto l’organico sia costruito per cercare di scortarlo al meglio. Velocista completo, a 25 anni il transalpino ha già ottenuto numerosi successi e si è fatto notare ad alti livelli, ma gli manca ancora quel salto di qualità che da lui ci si aspetta ormai da un paio di stagioni. Reduce da un 2017 complicato dalla sua decisione di lasciare la Direct Energie, ha sicuramente tanta voglia di riscatto, che cercherà di far fruttare negli sprint, ma anche in corse altimetricamente più complesse, come dimostrano alcuni buoni piazzamenti a Freccia del Brabante e Amstel Gold Race in passato, ma anche la Dwars Door Vlaanderen. Corridore molto completo, deve trovare la giusta serenità per esprimere a pieno il suo talento e Pineau spera di riusciere a darglierla.
Nel treno che è stato costruito per lui, figurano comunque elementi che potranno farsi notare anche in prima persona. Un corridore come Jonas Van Genechten, in passato vincitore di tappa alla Vuelta a España, o Kris Boeckmans, sono elementi preziosi in quanto ad esperienza per il capitano, ma anche in grado di ottenere a loro volta buoni risultati, soprattutto visto che avranno anche loro voglia di riscatto dopo periodi non proprio brillantissimi. Elementi come Kévin Reza e Johan Le Bon hanno dimostrato di essere preziosi elementi in supporto del leader, pur avendo modo di ritagliarsi alcune occasioni in cui a loro volta esprimersi direttamente, cogliendo buoni piazzamenti. Il primo come ruota veloce, il secondo per le sue doti di passista, con un buona predisposizione al pavé, dove potrebbe cercare di imparare da Bert De Backer. A 33 anni il belga si presenta come l’uomo più esperto del team, pronto ad offrire il suo sapere ai più giovani compagni, ma anche con la possibilità di dire la sua nelle corse del nord, nelle quali in carriera ha ottenuto risultati interessanti, pur non avendole mai affrontate come capitano. Due volte al ridosso della top ten alla Parigi – Roubaix nel 2014 e 2015, non sono risultati da poco e con maggiore libertà e ancora più esperienza, potrebbe anche fare meglio.
Al di fuori del comparto volate, non c’è moltissimo, ma soprattutto nel calendario nazionale potrebbero dire la loro elementi come Yoann Bagot, discreto scalatore che da qualche anno tuttavia non si vede molto, e Quentin Pacher, interessante 26enne che lo scorso anno ha saputo mettersi in mostra in corse mosse come la Arctic Race of Norway e il Giro di Vallonia. Considerato che in squadra avrà spesso occasione di provarci, avrà modo di mettersi alla prova per capire cosa può fare.
Le giovani promesse
In una squadra composta al 50% da corridori sotto i 25 anni, qualche talento in prospettiva non può mancare, a partire ovviamente dal leader designato, che malgrado sia ormai qualche anno che lo vediamo ad alti livelli, resta un classe 1992. Tra i corridori che hanno già qualche anno di esperienza alle spalle per essere passati piuttosto giovani ci sono elementi interessanti come Lorrenzo Manzin e Steven Lammertink, ovviamente due ruote veloci anche loro. A seconda delle circostanze potranno essere preziosi vagoni del treno del capitano, oppure provare ad essere loro i finalizzatori di una macchina che non potrà che collaudarsi con il passare del tempo. Classe 1994, il francese è passato professionista nel 2015 con la FDJ e da subito ha avuto alcune possibilità per provarci, non avendo paura di gettarsi nella mischia, cogliendo alcuni piazzamenti interessanti, anche in corse importanti come alla Vuelta a España. Il corridore neerlandese è invece nato nel 1993 e, pur essendo passato più tardi, vanta a sua volta una buona esperienza, non solo per le due stagioni alla LottoNL-Jumbo, ma anche per la precoce gavetta continental in patria.
Del 1996 sono invece Patrick Muller e Corentin Ermenault, che passano quest’anno professionisti con la squadra di Pineau. Il primo ha corso lo scorso anno come stagista con la BMC si è subito fatto notare con buoni risultati, cogliendo numerosi piazzamenti grazie alla sua capacità di superare bene gli strappi e dire la sua in volata. In precedenza, il quarto posto al Giro delle Fiandre U23 lascia anche ben sperare del suo futuro nelle classiche del nord. Il francese arriva invece da un anno al Team Wiggins, con il quale ha rafforzato ulteriormente le sue qualità di passista, ottenendo ottimi risultati soprattutto nelle crono (terzo a livello nazionale, continentale e mondiale di categoria). Potrà essere valido elemento in costruzione del treno, per iniziare a fare esperienza.
Giovanissimo, classe 1998, è invece Tanguy Turgis che, dopo aver corso da stagista con la Cofidis dei suoi fratelli, ha scelto questa nuova scommessa per il grande salto, a neanche 20 anni, facendo in questo modo lo stesso percorso di Muller visto che anche lui lo scorso anno correva con la BMC Development, ora chiusa. Vista l’età dovrà soprattutto fare esperienza, perché passare così giovani è sempre un’arma a doppio taglio, che bisogna saper maneggiare con cura.
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